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Focus Mafia In Toscana 2018: allarme della Fondazione Antonino Caponnetto

In Toscana il giro d'affari delle organizzazioni criminali sfiora i 15 miliardi di euro

“In Toscana sono presenti tutte le mafie e i settori dei loro investimenti sono molteplici, dai rifiuti alla droga al riciclaggio fino al traffico di armi”: con queste parole Renato Scalia, consigliere della Fondazione Antonino Caponnetto, ha presentato il Focus Mafia in Toscana 2018.
 
La presentazione del report è avvenuta il 13 aprile scorso nella sede dell'Ordine dei Giornalisti della Toscana, a Firenze: oltre a Scalia e intervenuto Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, e Omero Cambi, consigliere di Odg Toscana.
 
Secondo quanto riferito dalla Fondazione Antonino Caponnetto, negli ultimi dieci anni la presenza di Cosa Nostra, 'Ndrangheta e Camorra in Toscana è notevolmente peggiorata con un giro d'affari di 15 miliardi di euro che interessa diversi settori della vita pubblica. 
 
Tra i principali settori di investimento c'è il traffico di rifiuti, nel quale è attiva soprattutto la Camorra, mentre l’influenza di Cosa Nostra in Toscana non si fonderebbe sul controllo del territorio ma, grazie ad una spiccata capacità di mimetizzazione, si svilupperebbe attraverso tentativi di condizionamento della gestione pubblica, con l'obiettivo principale di infiltrarsi negli appalti nell’economia del territorio. 
 
Per quanto riguarda la 'Ndrangheta invece, secondo la Fondazione Caponnetto, in Toscana le cosche manifesterebbero interesse verso settori dell’economia legale, utilizzata per il reimpiego di denaro proveniente da attività illecite, con particolare attenzione all’acquisto e gestione di esercizi commerciali (soprattutto ristorazione e intrattenimento), attività d’impresa esercitate in forma diretta o indiretta, aggiudicazione di lavori pubblici e privati, oltre al mercato immobiliare e al trattamento dei rifiuti.
 
Numerose le operazioni antimafia che hanno interessato la Toscana: dal 2015 al 2018 sono state almeno 15, tra arresti e ricerca di latitanti. 
 
La Fondazione Antonino Caponnetto ha lanciato quindi un nuovo appello. “Mai nessuno in tutti questi anni ha colto il grido di allarme più volte lanciato, anche con rapporti dettagliati. Un quadro puntuale che emerge dalle relazioni annuali e semestrali delle strutture investigative e giudiziarie dell’Antimafia – hanno spiegato Renato Scalia e Salvatore Calleri - Se da un lato oggi la Toscana è sicuramente meglio delle realtà del sud ad alta densità mafiosa, dall’altro è peggiorata, al punto tale che si può definire terra di colonizzazione mafiosa; oltre a ciò stiamo assistendo ad un utilizzo di metodi mafiosi anche da parte di persone toscane”.
 

Notizia pubblicata il 16/04/18
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