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Il futuro di INPGI: la lettera delle consigliere nazionali Mugnaini e Poli

Il resoconto dell’incontro AST con la presidente Marina Macelloni

Pubblichiamo la lettera inviata dalle consigliere nazionali INPGI Olga Mugnaini e Simona Poli sull’incontro online promosso da Associazioni Stampa Toscana nei giorni scorsi con la presidente INPGI Marina Macelloni.
 
Care colleghe, cari colleghi,
in questo momento così difficile e confuso, come sapete anche la nostra previdenza naviga in acque davvero burrascose. Ma nella tempesta di voci contraddittorie e spesso fuorvianti riguardo alla situazione dell’Inpgi, crediamo sia giusto portare chiarezza e fare il punto sia sulle reali difficoltà, sia sulle strategie attivate per mettere in sicurezza il nostro Istituto.
 
Per questo ringraziamo l’Associazione Stampa Toscana che alcuni giorni fa ha ospitato online la presidente INPGI, Marina Macelloni, che nel corso dell’incontro ha risposto alle domande dei colleghi, illustrato i tanti problemi, ma anche indicato le novità e i percorsi avviati per cercare di salvare l’Istituto.
 
All'incontro, oltre al presidente dell'Ast Sandro Bennucci (promotore dell'iniziativa) sono intervenuti tra gli altri Carlo Bartoli, presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Toscana, Antonio Lovascio, presidente del Gruppo toscano giornalisti pensionati e Pino Miglino fiduciario Casagit della Toscana.
 
Per chi non era collegato, ecco una sintesi della riunione.
 
La presidente Macelloni ha ricordato che il 5 febbraio 2020 si è aperto un importante tavolo di confronto col Governo, col premier Giuseppe Conte, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega all’editoria Andrea Martella e i rappresentanti dei ministeri del lavoro e dell’economia. In quella sede Conte ha ribadito che per salvare l’Inpgi avrebbe sostenuto l’allargamento della platea contributiva, facendo entrare in tempi rapidi almeno una parte dei comunicatori, ossia quelli assunti nel settore pubblico.
 
Si parla di circa 5.500 posizioni (stima prudenziale) pari a una contribuzione annua di circa 60 milioni di euro. Un gettito non risolutivo ma importantissimo, specialmente in prospettiva e per i bilanci attuariali, visto che si tratta di contribuenti con stipendio non alto ma anagraficamente giovani.
Nel luglio 2019, il Governo aveva già approvato con Decreto Crescita l’ingresso nell’Inpgi di 14.000 comunicatori (tra pubblici e privati) che porterebbero nelle casse dell’Istituto 160 milioni all’anno.
Purtroppo i problemi della pandemia hanno bloccato anche il tavolo di confronto, ma nel frattempo si sono fatti altri passi avanti.
 
Intanto dall’8 luglio l’Inpgi ha rinnovato la sua governace e nominato il nuovo Cda. Sul fronte del Governo, nel Documento di Stabilità di fine anno 2020, è stato approvato un emendamento che rinvia di sei mesi ogni decisione sul commissariamento dell’Inpgi, che scatta con più bilanci negativi consecutivi.
Il Governo ha concesso inoltre anche all’Inpgi per il 2021 gli sgravi contributivi, si farà carico degli ammortizzatori sociali e sosterrà una serie di passaggi contabili fra Inps e Inpgi che aiuteranno l’Istituto ad aver maggiore liquidità.
 
A fronte del suo impegno, il Governo chiede che anche l’Inpgi, nonostante la riforma approvata pochi anni fa, lavori su più fronti per il contenimento della spesa e per l’aumento delle entrate.
Su questo il Cda ha avviato un piano di simulazione, un pacchetto di possibili interventi, strutturali e straordinari, ancora da definire ma orientativamente individuati. Questo pacchetto sarà portato al tavolo del Governo ma solo con una “delibera d’impegno”: ossia si attuano i provvedimenti solo se il Governo mantiene le sue promesse, fra cui il rapido ingresso dei comunicatori pubblici.
 
Riguardo alla richiesta avanzata da qualche movimento di colleghi sulla “Garanzia Pubblica” (che consisterebbe nell’avere la copertura pubblica a fine anno, restando però con gestione autonoma), la presidente Macelloni ha detto: “Questa ipotesi non esiste, è una truffa. Non è prevista dal Decreto di privatizzazione del nostro Istituto, come non lo è per le altre casse private; e il Governo non ha alcuna intenzione di fare un’eccezione per noi. L’Istituto potrebbe solo tornare pubblico, ma chiaramente senza autonomia e con l'omologazione delle nostre prestazioni al trattamento Inps. Cosa accadrebbe, in fatto di tagli, alle pensioni già maturate non possiamo saperlo, anche se non sono esclusi riconteggi. Certamente vi sarebbero pesanti riduzioni per quelle future".
 
La Gestione Separata, invece, è un fiore all’occhiello dell’Istituto, con 40mila iscritti e 750milioni di patrimonio, alimentata da un sistema contributivo “puro”. Il problema sono i bassi redditi dei colleghi, ma questo non è un problema di competenza dell’istituto. Riguardo all’ipotesi della fusione delle due gestioni, la presidente ha detto che in linea teorica è una buona strategia, adottata anche dall’Inps, ma non in questa fase in cui l’Inpgi1 ha così tante difficoltà.
 
Prepensionamenti: per il 2021 il governo ha rifinanziato il fondo e si stimano circa altre 200 uscite, con nuovi pesanti danni per l’Istituto, che sui prepensioname non ha voce in capitolo da un punto di vista decisionale.
 
Nella speranza di aver portato elementi di informazione e chiarezza, vi salutiamo, sperando di potervi dare presto notizie confortanti per l'Istituto e quindi per le pensioni di tutti noi.

Cogliamo l'occasione per ricordare che, causa emergenza Covid, l'ufficio Inpgi c/o Ast in via del Medici 2 a Firenze è ancora chiuso al pubblico. Ma che per qualsiasi necessità dei colleghi siamo comunque sempre raggiungibili e contattabili ai seguenti recapiti:
 
- Olga Mugnaini, Fiduciario Inpgi Toscana
olga.mugnaini@lanazione.net - 338 5022792
- Franco Picchiotti, Vice Fiduciario Inpgi Toscana
francopicchiotti@gmail.com - 335 7558871
Un caro saluto
Le consigliere nazionali INPGI
Olga Mugnaini
Simona Poli
 

Notizia pubblicata il 25/01/21
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