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Tv e internet sono i canali più usati per informarsi in Italia

I dati emergono dal 14^ Rapporto Censis sulla comunicazione

Cresce l'uso di internet per informarsi mentre cala l'utilizzo dei media tradizionali, soprattutto tra i giovani: è la tendenza che emerge dal 14^ rapporto Censis sulla comunicazione in Italia, presentato nelle scorse settimane a Roma.

Il rapporto è promosso da Facebook, Mediaset, Rai, Tv2000 e Wind Tre ed è disponibile online sul sito Censis.

Media più usati
Secondo quanto emerso dai dati presentati, il media più utilizzato in Italia resta la televisione, con il 95,5% di spettatori, in calo di 2 punti rispetto agli anni passati. In crescita la tv via internet del +2,4% e la mobile tv, passata dall'11,2% al 22,1% in un solo anno. Oggi l'11,1% degli italiani guarda programmi da piattaforme video, come Netflix, e il 10,4% ascolta musica da quelle audio. Il dato risulta essere più elevato tra le persone più istruite, diplomate e laureate (rispettivamente, il 14,1% e il 13,3%). 
 
Internet raggiunge ormai il 75,2% degli italiani, in crescita dell'1,5% mentre lo smartphone è usato dal 69,6%. Gli utenti di WhatsApp sono il 65,7% degli italiani mentre circa la metà usa i due social network più popolari: Facebook (56,2%) e YouTube (49,6%). Confermata anche la crescita di Instagram, che in due anni ha raddoppiato l'utenza arrivando al 21%, mentre Twitter resta al 13,6%.
 
La radio raggiunge il 59,1% del campione, in calo di 4 punti percentuali, mentre i quotidiani restano indietro: i cartacei raggiungono il 35% degli italiani, in calo rispetto ai dati dello scorso anno, mentre i quotidiani online il 25,2%. Infine i libri, letti dal 45,7% degli italiani: il 42,9% legge i libri a stampa e solo il 9,6% gli e-book.
 
Informazione in Italia
I telegiornali restano lo strumento più usato per informarsi in Italia, usato dal 60,6% della popolazione; anche il 53,9% dei giovani li utilizza, attribuendo loro però un’importanza quasi equivalente a strumenti come Facebook (48,8%), oltre a motori di ricerca come Google (25,7%) e YouTube (20,7%).
 
Risultati simili emergono tra il campione più istruito, ovvero diplomati e laureati, che risultano affezionati ai tg generalisti (62,1%), ai giornali radio (25,3%) e alle tv all news (23,7%), ma danno comunque molta importanza a Facebook (41,1%). 
 
I quotidiani vengono al sesto posto nella classifica generale: li usa regolarmente per informarsi il 14,2% della popolazione, il 15,1% dei più istruiti, ma solo il 5,6% dei giovani, mentre i quotidiani online sono usati dal 10% della popolazione.
 
Interessante l'analisi del problema fake news: al 52,7% degli utenti internet è capitato di dare credito a notizie false circolate in rete: una percentuale che scende di poco per le persone più istruite (51,9%), ma sale fino al 58,8% tra i più giovani, che dichiarano di averci creduto “spesso” nel 12,3% dei casi. 
 
Per il 77,8% degli italiani le fake news sono un fenomeno pericoloso, soprattutto per diplomati e laureati (80,8%). I più istruiti ritengono che le “bufale” sul web vengono create ad arte per inquinare il dibattito pubblico (74,1%) e che favoriscano il populismo (69,4%). Il 36,2% della popolazione ritiene inoltre che l’allarme sulle fake news sia sollevato da vecchie élite, come i giornalisti, che a causa del web hanno perso potere, una percentuale che sale fino al 44,6% nella fascia 14-29 anni.

Notizia pubblicata il 04/11/17
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