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Ricerca Agcom “Informazione e internet in Italia. Modelli di business, consumi, professioni”

Analisi sul mondo dell'informazione oggi in Italia

Una professione in evoluzione, dove a mutare è sia la figura del giornalista che quella del fruitore e dove le regole che fino ad oggi l'avevano governata necessitano di essere riviste: è il quadro che emerge dall'indagine “Informazione e internet in Italia. Modelli di business, consumi, professioni” svolta dall'Agcom, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni nel corso dell'anno 2014.
 
L'indagine, ha coinvolto giornalisti ed editori per cercare di tracciare un quadro dell'jnformazione oggi in Italia e del suo rapporto con le nuove tecnologie: dall'analisi della professione, ai risvolti economici fino al tipo di offerta informativa attualmente presente in Italia.
 
Oltre ad aver consultato direttamente tutti i principali editori presenti sul panorama nazionale, sono stati utilizati i dati emersi dall'Osservatorio sul giornalismo, una serie di domande online alle quali hanno risposto 2.300 giornalisti italiani (il 6,5% della categoria); inoltre grazie alla collaborazione con la University of Oxford è stato possibile reperire dati anche sul consumo dell'informazione in Italia.
 
L'indagine è stata suddivisa in 5 capitoli principali: 1. Informazione (inquadramento della professione giornalistica oggi); 2. La professione giornalistica; 3. L'offerta di informazione; 4. Il consumo di informazione 5. Il sistema dell'informazione in prospettiva.
 
Da quanto emerge nell'indagine, la professione del giornalismo oggi appare notevolmente mutata, grazie soprattutto al fenomeno internet e social media: l'informazione non è più percepita come un processo a senso unico, dall'alto verso il basso, ma spesso gli stessi utenti risultano essere fonti di riferimento per reperire notizie o condividerle.
 
Il cittadino risulta sempre più attivo, grazie anche al forte interesse dimostrato: il 73% della popolazione italiana si dice interessata all'informazione, numero maggiore rispetto al resto d'Europa.
 
Anche se la TV appare uno strumento consolidato, cambiano gli strumenti di fruizione con pc, smartphone e tablet che acquisiscono un ruolo di primaria importanza: in particolare sono i social network a rappresentare una novità nella fruizione dell'informazione: il 35% di chi sta su internet dice di usarlo per diffondere notizie tramite social network.
 
Per quanto riguarda la figura del giornalista, dallo studio emerge che gli iscritti all'Ordine nel 2014 sono stati 11.351 di cui il 25,5% sono professionisti, il 66,5% pubblicisti, 6,6% iscritti all'elenco speciale, 1,1% praticanti e lo 0,3% stranieri.
 
La maggiore fascia di età è quella tra i 41-50 anni con il 30,4% degli iscritti, seguita dalla fascia 31-40 per il 27,5%.
 
Il 37% dei giornalisti lamenta una diminuzione di reddito negli ultimi 3 anni: il 64,5% denuncia un reddito inferiore a 35.000 euro l'anno; il 15,1% dichiara un reddito tra i 35 e i 65 mila euro; il 13,2% tra i 60-105.000 euro e solo 7,2% oltre i 105.
 
L'attività principale del giornalista risulta ancora la redazione degli articoli per il 75,7% ma a questo si sommano nuove mansioni: ad esempio il 50% di chi redige articoli, reperisce anche notizie, sviluppa quella fornite dalle agenzie, si occupa di impaginazione e di realizzare interviste e inchieste mentre il 25% si occupa anche di collaborazioni, sviluppo della parte web, editoriali e realizzazione di foto e video.
 
La percezione che emerge da parte dei giornalisti è di un aumento dei carichi di lavoro e di una diminuzione di tempo per approfondire notizie e verificare le fonti; emergono anche nuove figure professionali che popolano le redazioni, come i web .
 
A proposito di redazioni, l'indagine sottolinea come di norma queste appaiano formate da 53 persone per i quotidiani, 21 per le TV, 9 per le radio ma esiste una profonda differenza tra redazioni nazionali e locali, dove i numeri tendono decisamente a diminuire.
 
La ricerca affronta anche il tema degli introiti sottolieando come dal 2010 il settore stia attraversando un fenomeno di profonda crisi in tutti i comparti con una perdita di circa 2 miliardi di euro per i cosidetti media classici (quotidiani, tv, radio).
 
L'unico settore a crescere è quello di internet ma con ricavi che l'incidenza di questo settore sui ricavi complessivi è ancora relativa (15%).
 
L'indagine si conclude mettendo in evidenza la necessità di nuove regole per chi opera nell'informazione, che tengano conto delle evoluzioni alle quali sta assistendo il settore, a cominciare dalla revisione delle norme che regolano la professione del giornalismo; inoltre emerge anche la necessità di una revisione del sistema di sostentamento dell'informazione, con la creazione di finanziamenti misti tra pubblico e privato.
 
L'indagine “Informazione e internet in Italia. Modelli di business, consumi, professioni è reperibile sul sito dell'AGCOM 


Notizia pubblicata il 16/06/15
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