Scomparsa di Franco Vaselli, giornalista internazionale ma con profonde origini toscane

È scomparso all’età di 80 anni, Franco Vaselli, giornalista dell’Ansa, di cui è stato vicedirettore, che aveva iniziato la professione sulle colonne de La Nazione di Siena nella metà degli anni Sessanta.

Nato a Serre di Rapolano, in provincia di Siena, aveva seguito grandi avvenimenti internazionali, come corrispondente e inviato in Europa, America Latina, Asia. Aveva diretto le redazioni dell’Agenzia a Lisbona, San Paolo, Città del Messico, Pechino, Bruxelles, intervistando leaders e personalità internazionali e seguendo vicende drammatiche in Salvador, Nicaragua, Argentina, Cile, Cuba, Brasile, Haiti. In Cina aveva raccontato la ‘rivoluzione economica’ di Deng Xiaoping e, da Bruxelles, la nascita della Costituzione europea e l’allargamento a est dell’UE.

Vaselli, aveva seguito anche le Olimpiadi di Los Angeles, Seul, Barcellona e i Mondiali di calcio del 1982 in Spagna, del 1986 in Messico e quelli del 1990 in Italia. Tra i suoi libri uno dedicato al Brasile (“Povero ricco Brasile”) e, recentemente, per i tipi della Cantagalli editore “Se questo è l’uomo”.

Nonostante la sua attività professionale lo abbia portato a vivere lontano, era profondamente legato alle sue origini toscane, a Serre in particolare, e ai suoi esordi giornalisti proprio a La Nazione Siena, ai tempi di Giorgio Chiantini, a cui non mancava mai di mandare un pensiero di riconoscenza.

Anche recentemente, lo scorso 27 novembre, nel corso della premiazione per i suoi 50 anni all’Ansa aveva voluto dedicargli la medaglia perché “ha creduto in me e mi ha introdotto alla Nazione di Siena”.

Sono molto orgoglioso ed onorato di ricevere questa medaglia dopo una lunga carriera che mi ha dato molte soddisfazioni come testimone e narratore di avvenimenti nazionali e internazionali che sono passati alla storia – aveva dichiarato Franco Vaselli nell’occasione – Il lavoro all’Ansa ci imponeva di essere in prima linea prima dei giornali, radio e televisioni. Ringrazio l’Ansa anche per questo ed i colleghi con i quali ho collaborato in situazioni particolarmente concitate“.

Ho sempre pensato che si è giornalisti 24 ore su 24 e che la curiosità e la serietà siano l’anima di questo mestiere. Valori che ho condiviso e trasmesso ai miei colleghi – aveva aggiunto – In questi 50 anni ho avuto da una parte la fortuna di conoscere e praticare il giornalismo artigianale e d’assalto e dall’altra l’opportunità di veder cambiare sostanzialmente questa professione anche grazie alle nuove tecnologie. Passo ai giovani la voglia e la capacità di interpretare e praticare questa complessa evoluzione perché penso che la professione del giornalista sia la più bella del mondo”.

Alla sua famiglia vanno le condoglianze dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana.

Foto @AgenziaImpress

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