Cuore di Giglio: dal naufragio della Costa Concordia alla scoperta dell'isola toscana

Il racconto della vicenda della Costa Concordia ma anche un'occasione per scoprire storie, racconti e miti legati all'Isola del Giglio: è il libro Cuore di Giglio scritto dal giornalista Michele Taddei ed edito da De Ferrari.   Il libro ripercorre la vicenda del naufragio della Costa Concordia, avvenuto al largo del Giglio la notte del 13 gennaio 2012, episodio che ha trasformato una tranquilla isola dell'arcipelago toscano in un punto di riferimento a livello mondiale. A guidarci nel racconto è Michele Taddei, giornalista e vicepresidente di Odg Toscana, che per tre anni ha seguito queste vicende: dall'affondamento della nave, ai soccorsi, fino alla rimozione del relitto e al primo anniversario di commemorazione.   La vicenda della Costa Concordia è però anche l'occasione per scoprire una delle più belle isole dell'arcipelago toscano, con le sue storie e i suoi miti: nelle pagine del libro si racconta la storia dell'archeologo Mensun Bound, da trent’anni alla ricerca di un prezioso elmo corinzio, quella del minatore Pietro e del pastore Angelo, i personaggi dello spettacolo, come il regista Paolo Sorrentino e l'attore Toni Servillo che, qui ha girato alcune delle scene de la Grande Bellezza, fino alle storie dei pirati che hanno popolato l'isola in tempi antichi.   Come è nata l'idea di scrivere questo libro? M.T. “E' nata mentre ero al Giglio a seguire la vicenda della Concordia. Ho abitato sull'isola tre anni e tante storie mi si affastellavano nella mente, quelle storiche e quelle apparentemente comuni che non lo sono se si guardano con una certa attenzione; in più mi rendevo conto che quegli anni, dal 2012 al 2014, sarebbero in qualche modo diventati storici proprio per le vicende legate al recupero e alla rimozione della nave. Ho provato allora a raccontare le une e le altre per evitare che si perdessero nella memoria e per rendere, in qualche modo, omaggio ai gigliesi, che sono i veri protagonisti del libro, una piccola comunità sana e coesa che ha saputo dare il meglio di sé in un momento difficile”.   Cosa ha rappresentato il naufragio della Costa Concordia per il giornalismo toscano e nazionale? M.T. “Si tratta di una vicenda che ha avuto l'attenzione mediatica di tutto il mondo per tanto tempo; non ricordo, infatti, altri episodi che siano stati al centro delle cronache per trenta mesi con questa intensità. Il naufragio, lo svuotamento dei serbatoi, le vicende processuali, l'operazione di ingegneria mai tentata al mondo della rotazione di una nave di quelle dimensioni e la successiva rimozione. Tanti episodi diversi tra loro ma raccontati sempre ai massimi livelli, con attenzione e professionalità, dai colleghi che si sono misurati con la tecnologia a disposizione e in un contesto ambientale non facile. Ancora, forse, non ce ne siamo resi conto ma credo che sia stato uno spartiacque fondamentale per la nostra professione, cui hanno contribuito tanti colleghi, anche toscani”.   Cuore di Giglio è anche l'occasione per raccontare storie e miti legati all'isola del Giglio: qual'è quello che l'ha colpita di più? M.T. “Le storie raccontate sono tante, compresi i naufragi di cui, nel corso della storia, è stato protagonista suo malgrado il Giglio. Da quello accaduto 600 anni avanti Cristo davanti alla baia del Campese al naufragio della paranzella San Mamiliano dopo l'unità d'Italia avvenuto poco distante dalla Concordia. Ma a me rimangono care le storie di terra del Giglio, soprattutto di quanti l'hanno scelto come seconda patria. Frediano che a metà del Novecento da Lucca scelse Cala degli Alberi per fondare la sua "repubblica platonica e oggi quel posto è un eremitaggio di grande fascino e richiamo, o il pastore Angelo che dopo essere stato soldato nella Grande Guerra al poggio di Terneti decise di tornarci con il suo gregge, restituendo all'isola la sostanza del suo antico nome: Giglio, terra di capre”.   Michele Taddei, giornalista e attuale vicepresidente di Odg Toscana, ha vissuto tre anni all’Isola del Giglio per supportare l’Amministrazione comunale nel periodo dell’Emergenza negli anni del naufragio. È autore di “Siamo onesti! Bettino Ricasoli, il barone che volle l’Unità d’Italia” (Firenze, 2010),  e di “Scandalosa Siena” (Siena, 2013). Su agenziaimpress.it tiene un blog intitolato “Ah, s’io fosse fuoco”.  

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