Esposti temerari e inadempienza formativa: attività del Consiglio di Disciplina Territoriale.

Esposti temerari, inadempienza nella formazione professionale e revisione delle norme del Testo Unico: sono stati questi i temi affrontati nella relazione del presidente del Consiglio di disciplina territoriale, Gianfranco Borrelli, presentata durante l’assemblea annuale di Odg Toscana.   La relazione è stata letta dalla segretaria Anna Benedetto. Borrelli ha ripercorso il lavoro svolto nell’ultimo anno dal CDDT e ringraziato tutti i membri del Consiglio di Disciplina Territoriale: oltre ad Anna Benedetto, anche Francesco Gensini, Daniela Gianelli, Simona Giuntini, Maurizio Gori, Francesco Nocentini, Laura Pugliesi, Ilaria Ulivelli.   Tra le tematiche affrontate “la pratica del ricorso all’esposto temerario”. Come spiegato nella relazione, l’obiettivo sarebbe l’intimidazione nei confronti del giornalista da parte di chi è al centro di fatti di cronaca, ma si segnala anche l’iniziativa di giornalisti contro colleghi, magari per rivalità e concorrenza professionale. 38 gli esposti non ammessi o archiviati nell’ultimo anno senza apertura di procedimento disciplinare, nella maggior parte dei casi dovuti proprio a iniziative di questo tipo.   “I vertici ordinistici hanno intrapreso con forza il tentativo di sensibilizzare il Parlamento sulla necessità di ostacolare le querele temerarie – scrive Borrelli – mi auguro che si ottengano risultati estensibili all’attività disciplinare”. Non mancano poi i provvedimenti per la formazione professionale non completata o addirittura mai intrapresa. Nonostante la Toscana sia tra le regioni virtuose sono ancora tanti i giornalisti che non rispettano l’obbligo formativo. Dei 400 giornalisti risultati inadempienti nel triennio 2017-2019 ben 154 non hanno acquisito alcun credito.   Per questi ultimi sono stati aperti 90 procedimenti disciplinari con 78 sanzioni emesse: 22 avvertimenti, 29 censure, 27 sospensioni dalla professione per due mesi. Rimangono da trattare 62 casi di “0 crediti” con procedimenti disciplinari già aperti per 47 giornalisti.   Borrelli ha sottolineato come i procedimenti per l’inadempienza formativa risultano lunghi e farraginosi. “Soluzioni? Difficili – ha aggiunto – magari si potrebbe pensare a un procedimento disciplinare ad hoc, più rapido, sveltito nella procedura, senza tutti i passaggi richiesti per le altre violazioni, sanzionabile magari con un atto amministrativo semplice”. Per questo riguarda i dati dell’ultimo anno Il Consiglio di Disciplina territoriale si è riunito 41 volte: 37 gli esposti trattati a cui ne vanno aggiunti 29, rimasti in sospeso dalla precedente consiliatura, oltre a 16 sospesi in attesa della definizione dei casi presso la magistratura ordinaria e 8 presentati tra il 1 gennaio e il 31 marzo 2022. Ecco invece l’esito dei casi in cui c’è stata apertura del procedimento disciplinare: dieci le archiviazioni decise dai collegi, 10 sanzioni di avvertimento, 4 censure, decisa anche una sospensione per due mesi dalla professione.   Infine un appello all’Ordine Nazionale nell’ambito della revisione del Testo Unico dei doveri del giornalista. La riflessione nasce da uno dei casi affrontati durante l’anno e riguarda sia la legge 150/2000 che il Testo Unico: chi diventa titolare di un rapporto di lavoro di ufficio stampa non può svolgere attività pubblicistica. Borrelli, pur condividendo il principio della separazione tra comunicatore e informatore, ha invitato l’Ordine a tenere conto delle mutate condizioni sociali ed economiche e della necessità oggi di dover spesso mettere insieme più lavori perché il precariato è purtroppo diventato la condizione preponderante nella professione.

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