Leonardo Fibonacci, l'uomo che ci regalò i numeri raccontato da Paolo Ciampi

Mercante, viaggiatore ma anche scrittore e soprattutto matematico: è una figura complessa e affascinante quella di Leonardo da Pisa, detto Fibonacci, a cui è dedicato il nuovo libro del giornalista fiorentino Paolo Ciampi. L'uomo che ci regalò i numeri: vita e viaggi di Leonardo Fibonacci, edito da Mursia, ripercorre la vita di Fibonacci: dalla nascita a Pisa, figlio di mercanti, ai suoi viaggi attraverso il Mediterraneo fino alla stesura del Liber Abaci, nel 1202, testo che segna l'introduzione del sistema numerico arabo in Europa.   “L'idea di scrivere questo libro è nata casualmente, dal nome di una strada dove ho consumato le suole delle scarpe da bambino, per andare a scuola o dai miei amici: Via Leonardo Fibonacci – racconta Paolo Ciampi a Odg Toscana – Questo nome mi era rimasto in testa finchè un giorno mi sono domandato: ma chi era questo Leonardo Fibonacci? In fondo è così che si incontrano le storie che meritano di essere raccontate. Senza dimenticare che questo è anche l'ingrediente indispensabile del mestiere di giornalista, che, appunto, deve essere bravo a porre e porsi domande, prima ancora di fornire risposte”.   Quanto è importante la figura di Fibonacci nella storia dell'Europa moderna? P.C: “Fibonacci oggi è un personaggio straordinariamente noto in tutto il mondo, meno in Italia, anche se certamente è bene presente a tante persone che hanno avuto a che fare con la sua celebre serie di numeri e con quell'incredibile rapporto che quei numeri esprimono e che si ritrova ovunque: nella pittura, nell'architettura, nella musica, nella stessa natura. Gli esperti di matematica poi sanno bene chi era Fibonacci, non a caso porta il suo nome la rivista dei matematici americani. Ma noto non significa conosciuto davvero: la serie per cui cui Fibonacci è passato alla storia era per lui poco più di esercizio – mi verrebbe da dire un indovinello da Settimana Enigmistica – eppure il suo grande contributo alla nostra storia – e direi alla nostra vita quotidiana – è stata quello di consegnarci i numeri arabi, quelli che ancora oggi noi usiamo. Pensate se al tempo dei computer fossimo ancora alle lettere romane….”   Nel Medioevo con i suoi viaggi Fibonacci contribuì a creare un ponte tra Europa e mondo arabo: in un momento storico come il nostro, nel quale si parla molto più spesso di “muri”, quanto è attuale il suo esempio? P.C: “I numeri di Fibonacci erano i numeri arabi, o meglio, i numeri indiani che gli arabi si erano portati dietro dai loro viaggi in Asia. Questo è un libro sui viaggi dei numeri e anche Fibonacci è stato un grande viaggiatore, curioso della varietà del mondo. Tra gli arabi arrivò da ragazzino, chiamato dal padre che in Algeria lavorava per i mercanti pisani. Fu mandato a lezione da un maestro del posto, perché quei numeri gli sarebbero serviti per il lavoro di domani. I numeri di cui parlo sono i numeri del lavoro, delle attività di ogni giorno, non i numeri dei matematici. Ma soprattutto sono un dono che rimandano ai ponti che le idee, le parole, i saperi e le tecniche hanno saputo attraversare in un'epoca che era l'epoca delle crociate. Raccontando quel Mediterraneo inevitabilmente ho pensato anche al Mediterraneo dei nostri giorni: e la speranza è ancora una volta che i ponti di pace possano resistere a tutti i signori della guerra”.       Paolo Ciampi, giornalista e scrittore fiorentino è attualmente direttore dell'Agenzia di informazione della Regione Toscana. Autore di oltre venti libri, tra cui biografie e libri di viaggio, per Mursia ha pubblicato anche “La strada delle Legioni”.  

Iscriviti alla Newsletter