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60 anni Odg Toscana: qual è oggi il ruolo dell’Ordine e quali le novità in arrivo?

Intervista al presidente di Odg Toscana Giampaolo Marchini

Era il 3 febbraio 1963 quando il Parlamento approvò la legge che istituiva l’Ordine dei giornalisti. Da allora sono trascorsi 60 anni durante i quali il giornalismo è profondamente cambiato.
 

L’avvento delle nuove tecnologie, in particolare, ha modificato non solo il modo di praticare la professione ma anche la figura stessa del giornalista, chiamata oggi ad essere artefice di tutto il processo editoriale.

 
Un cambiamento profondo sul quale l’Ordine si sta interrogando e che è stato al centro del dibattito in occasione delle celebrazioni dei 60 anni. In Toscana, infatti, l’Ordine ha realizzato un ciclo di appuntamenti formativi, insieme a Fondazione Odg Toscana, per celebrare la ricorrenza attraverso analisi e dibattiti sui cambiamenti della professione.

 
Ne abbiamo parlato con Giampaolo Marchini, presidente di Odg Toscana.

  • L’Ordine è nato a difesa della professione giornalistica, una professione che in questi 60 anni è profondamente cambiata. In che modo l’Ordine può ancora tutelarla?
G.M: “L’Ordine è nato per garantire ai cittadini il diritto ad un’informazione attendibile e di qualità, e questo ruolo non potrà mai venire meno, nonostante i profondi mutamenti avvenuti in questi 60 anni. L’Ordine infatti esiste per mantenere il presidio di regole e principi che sono il baluardo della democrazia e per ricordare che qualità e professionalità del mestiere giornalistico non sono valori negoziabili o che possano essere intaccati dalle innovazioni tecnologiche. Un giornalista infatti non si può sostituire con un algoritmo o con l'intelligenza artificiale.

Esistono delle norme deontologiche e sulla loro applicazione è nostro preciso dovere vigilare, grazie anche al prezioso lavoro del nostro Consiglio di disciplina. Com’è nostro preciso dovere, stabilito dalla legge, quello di garantire a tutti gli iscritti un costante aggiornamento professionale. Ce lo impone la legge, ma noi vogliamo andare oltre: il nostro impegno, infatti, è quello di garantire ai nostri iscritti un aggiornamento gratuito e di qualit
à”.
  • A proposito di formazione, questa è stata una delle grandi novità degli ultimi anni. Inizialmente vista con sospetto oggi è ormai parte dell’attività di ciascun giornalista. Quali sono stati i risultati ottenuti dalla Toscana?
G.M. “L’impegno che l’Ordine mette nella formazione professionale è massimo, tanto da avere fortemente voluto la nascita della Fondazione Ordine dei giornalisti della Toscana, alla quale le attività formative fanno capo. In questi anni l’obiettivo è stato quello di mettere a punto un’offerta formativa realmente professionalizzante, al passo con i tempi: in poche parole, utile per i colleghi. Fornendo loro gli strumenti per muoversi in un mondo come quello dell’editoria, sempre più complesso.

Il nostro scopo rimane quello di trasformare un obbligo di legge in un’importante opportunità di accrescimento professionale. E in questo non posso che ringraziare tutti i colleghi che si sono messi a disposizione e si impegnano tutti i giorni per organizzare appuntamenti gratuiti ma di alta qualità
”.
 
  • I cambiamenti avvenuti in questi 60 anni rendono necessaria una riforma della legge istitutiva dell’Ordine che sia al passo con i tempi: a che punto siamo?
G.M. “Lo ha ricordato di recente il presidente nazionale dell’Ordine, Carlo Bartoli: abbiamo necessità di avere strumenti più incisivi di autoregolamentazione, anche sotto il profilo disciplinare, in merito all’accesso all’albo, per l’esame di Stato, ma anche per modificare le attuali norme elettorali. In attesa che il Governo faccia la sua parte, noi però non vogliamo farci trovare impreparati”.
 
  • A questo proposito l’ultima novità riguarda la modifica per l’accesso all’esame del praticantato approvata dal CNOG nei mesi scorsi: esattamente in cosa consiste e quale sarà il ruolo degli Ordini regionali?
G.M. “La Commissione speciale per la Riforma, proprio in questi giorni ha illustrato al Consiglio Nazionale e ai presidenti regionali i punti cardine della riforma dei percorsi di accesso perché siano aderenti alla realtà attuale, caratterizzata da un ecosistema digitale ormai diffuso e articolato e dalla presenza crescente delle grandi piattaforme, non ultime quelle dell’intelligenza artificiale anche nel campo della produzione di contenuti per i media. In questo contesto la Toscana supporta l’impegno del Presidente Bartoli per chiedere alla politica un passo avanti verso la riforma organica della legge ordinistica.

Abbiamo seguito e seguiamo attivamente l’iter della proposta di revisione dei criteri interpretativi dell’articolo 34 della legge 69 del 63 e noi come ordine regionale siamo pronti a fare la nostra parte, all’interno di un quadro normativo aggiornato e al passo con i tempi. Guardiamo con favore all’ipotesi di avere un ruolo attivo nella regolamentazione dell’accesso degli aspiranti praticanti, garantendo così lo svolgimento di una professione che ricopre un ruolo cruciale per la democrazia
”.
 
  • Per concludere qual è oggi il ruolo dell’Ordine dei giornalisti della Toscana?
G.M. “Un ruolo che rimarrà sempre fondamentale: impegnarsi per garantire un’informazione di qualità. Ai colleghi dico: l’Ordine sarà sempre al vostro fianco. Tenendo alto l’orgoglio di essere giornalisti e dando il nostro contributo per garantire un futuro dignitoso ad una professione di enorme responsabilità”.
 
 
Gli appuntamenti per le celebrazioni dei 60 anni dell’Ordine hanno visto la partecipazione di numerosi colleghi che sono intervenuti a Firenze, Livorno, Grosseto, Fucecchio, Viareggio, Pistoia e Siena.
 
                 ----) Scopri quello che è avvenuto nei singoli incontri (-----
 

Notizia pubblicata il 05/07/23
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