Cyberbullismo: Bartoli, “Senato corregga il testo di legge approvato dalla Camera”

"Il disegno di legge sul Cyberbullismo approvato dalla Camera a settembre rappresenta una grave minaccia per l'informazione online", questo è quanto ha affermato Carlo Bartoli, presidente dell'Odg della Toscana, nel corso del festival Glocalnews 2016 a Varese.   Nell'ambito del festival, si è tenuto infatti il dibattito su "Cyberbullismo e rete" a cui, oltre al presidente di Odg Toscana, hanno partecipato anche Marco Valerio Cervellini, responsabile progetti educativi della Polizia Postale, e gli avvocati Mauro Alovisio e Guido Camera. A moderare il dibattito è stato Paolo Pozzi, coordinatore Tabloid, Questa la sintesi dell'intervento di Carlo Bartoli, presidente Odg Toscana: "Il disegno di legge sul Cyberbullismo approvato dalla Camera a settembre rappresenta una grave minaccia per l'informazione online. La Camera ha infatti stravolto il testo che era stato approvato dal Senato, un testo focalizzato sull'esigenza di contrastare il fenomeno proteggendo i minori. Se il Senato, che esaminerà il testo in terza lettura, non ripristinerà il senso originario della proposta, avremo una legge definita da autorevoli esperti internazionali come "la più stupida legge di censura in Europa". Blogger, gestori di siti, testate online potranno essere oggetto della richiesta di immediata cancellazione di contenuti online da parte di qualsiasi cittadino (sparisce infatti il riferimento alla esclusiva protezione del minore) che si senta offeso o deriso, indipendentemente dal fatto che tale contenuto possa essere o meno vero. Se il diretto interessato si sente vittima di un atto di cyberbulismo può pretendere l'immediata censura di un articolo o di un intervento inoltrando "al titolare del trattamento, al gestore del sito internet o del social media, un'istanza per l'oscuramento, la rimozione, ilblocco dei contenuti". Non solo, la legge stabilisce che "Qualora, entro le 24 ore successive al ricevimento dell’istanza, il soggetto responsabile non abbia comunicato di avere assunto l’incarico di provvedere all’oscuramento, alla rimozione o al blocco richiesto, ed entro 48 ore non vi abbia provveduto, o comunque nel caso in cui non sia possibile identificare il titolare del trattamento o il gestore del sito internet o del social media, l’interessato può rivolgere analoga richiesta, mediante segnalazione o reclamo, al Garante per la protezione dei dati personali, il quale, entro 48 ore dal ricevimento della richiesta, provvede". Dunque, è possibile reclamare la cancellazione immediata dalla rete di un qualunque contenuto riguardante un cittadino di qualsiasi età che ritenga di essere oggetto di cyberbullismo, reato la cui definizione è quantomai vaga, tanto da poter ricomprendere qualsiasi affermazione nei confronti di un soggetto. La definizione di cyberbullismo, sganciata da qualsiasi riferimento all'età, e così genericamente indicata, permette a chiunque di farsi beffe del diritto di cronaca sul web. Se il disegno di legge non verrà radicalmente al Senato, andrà in porto, sotto le mentite spoglie di una nobile causa, un devastante attacco alla libertà di informazione. Anche un navigato parlamentare, un amministratore, un celebre finanziere o un grande imprenditore potrà reclamare l'oscuramento di una notizia, senza che questa pretesa venga esaminata da un giudice". "Rivolgiamo un appello al Senato", ha concluso Bartoli "affinché corregga radicalmente questa legge che, in questa formulazione, poco servirà a difendere i minori, ma restringerà la libertà di informazione di tutti i giornalisti. I siti canaglia e i social media disinvolti che danno spazio a chi pratica l'odio e alla persecuzione potranno comunque ripararsi agevolmente dietro provider esteri e facili accorgimenti tecnologici che permettono a chi vuol fare male ai minori in maniera deliberata di continuare a operare impunito e nell'ombra".  

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