Digit 2016: linguaggi, diritto, etica e strumenti di lavoro per il giornalismo digitale
Linguaggio, social, strumenti digitali ma anche diritto, etica e deontologia: tanti gli argomenti affrontati a Digit 2016, appuntamento sul giornalismo digitale che si è tenuto a Prato il 21 e 22 ottobre. La manifestazione giunta alla V edizione ha richiamato nella città toscana giornalisti da tutta Italia che hanno partecipato al ricco programma della due giorni nella sede della Camera di commercio di Prato. “L'avvento del digitale ha cambiato il modo in cui si raccolgono, verificano e riportano le notizie ed è importante confrontarsi su queste novità in eventi come Digit – ha commentato Carlo Bartoli, presidente di Odg Toscana – Al rispetto delle regole tradizionali del giornalismo se ne sommano di nuove che occorre conoscere e applicare”. In occasione di Digit 2016, la seduta mensile del Consiglio di Odg Toscana si è tenuta straordinariamente nella sede della Camera di Commercio di Prato. Lingua e digitale, un rapporto in evoluzione Tra i temi affrontati in questa edizione anche quello del rapporto tra linguaggio e digitale, in un incontro tenuto da Carlo Bartoli, presidente di Odg Toscana e Claudio Marazzini, presidente dell'Accademia della Crusca. “Il rapporto tra lingua italiana e web non è facile – ha spiegato Carlo Marazzini – La lingua italiana infatti ha una grande tradizione letteraria e tende quindi ad essere retorica mentre i nuovi modelli di oggi richiedono velocità e semplificazione, aspetti più consoni alla lingua inglese. Noi ci stiamo abituando piano piano”. Il linguaggio del giornalismo sul web infatti dovrebbe essere chiaro, preciso coerente e semplice ha spiegato Bartoli, adattandosi così al mezzo di comunicazione e alla sempre maggiore crescita del mobile, ma senza diventare sciatto. L'uso delle parole è importante anche sul web e quindi è necessario scegliere il linguaggio con attenzione anche per evitare ad esempio di fomentare odio (hate speech) o di usare termini impropri, aspetto che ricade poi anche nel tema dell'etica del giornalismo. Guarda le slides dell'incontro su Linguaggio e digitale. Social media, epic fails e diritto all'oblio Instant articles, uso di snapchat per fare giornalismo, epic fails e l'immancabile rapporto con gli strumenti di Google: sono stati tanti i temi affrontati nella due giorni di Digit 2016. Tra questi anche il rapporto tra diritto all'oblio e giornalismo digitale. “Il diritto all'oblio non è legato al concetto di tempo ma all'autodeterminazione informativa della propria identità digitale – ha spiegato l'avvocato Deborah Bianchi, autrice del vademecum su privacy e cookies per Odg Toscana che ha tenuto un workshop operativo proprio su questi temi. Molto dibattuto anche il tema della verifica delle notizie online e del crowdfunding per finanziare realtà giornalistiche. Le registrazioni degli eventi di Digit 2016 sono disponibili sul canale youtube dell'evento. II Rapporto ODG sul giornalismo digitale La chiusura di Digit 2016 è stata affidata alla presentazione del II Rapporto sul Giornalismo digitale, realizzato per conto dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti dal gruppo Giornalismi. All'indagine erano state chiamate a partecipare 1300 testate locali online per definire il quadro dell'informazione locale e iperlocale in Italia. Solo in 79 hanno risposto al questionario (il 6% del totale), 11 hanno dichiarato fatturato oltre i 100.000 euro, di cui 3 facenti capo a quotidiani cartacei. Il 54% delle testate fa informazione generalista, 42 testate hanno dichiarato di non avere alcun dipendente, 32 di averne da 1 a 6, e 5 da 10 a 30 dipendenti. Molto diffuso invece il ruolo dei collaboratori: 45 testate hanno dichiarato di avere da 1 a 5, 22 tra 6 e 10 e 12 oltre 10. Di queste per 34 si tratta di collaborazioni a titolo gratuito, 30 collaborazioni occasionali, 18 con partita iva, 9 con cessione diritti e 7 con contratti co.co.co. “Il fatto di puntare su informazione generalista non aiuta le testate locali che si trovano a dover competere con i grandi colossi dell'editoria – ha spiegato Pier Luca Santoro, esperto di marketing e comunicazione, che ha presentato i dati – Quello che emerge dalla ricerca è che la maggiore preoccupazione per queste testate è la mancanza di prospettive economiche che di fatto rischia di produrre informazione meno libera” Il dibattito in sala si è quindi sviluppato su alcune delle principali problematiche dell'informazione locale digitale, a cominciare dal tema della raccolta pubblicitaria. Registrazioni video e materiali di Digit 2016 sono disponibili sul sito della manifestazione.