Come funziona la comunicazione nella PA e quale deve essere il ruolo del giornalista: è dedicato a queste tematiche il libro “Il giornalista pubblico”, scritto da Michele Taddei, vice-presidente di Odg Toscana e pubblicato nella collana Quaderni della Formazione. Si tratta della 10^ uscita della collana promossa da Fondazione Ordine dei giornalisti della Toscana e Pacini Editore con l’obiettivo di aiutare i giornalisti, e non solo, a crescere professionalmente, e approfondire alcune tematiche oltre alle naturali attività di aggiornamento professionale. Il volume contiene anche un testo inedito di Carlo Bartoli, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. In oltre 200 pagine, viene descritto il giornalista pubblico ovvero colui che si occupa della comunicazione della pubblica amministrazione, come è cambiato il suo ruolo negli anni e quale può essere in futuro. Una figura che è notevolmente cresciuta, a partire dal riconoscimento della legge 150/2000 sulla comunicazione pubblica che, per la prima volta, riconosce che a svolgere attività di informazione negli uffici stampa debbano essere iscritti all’Ordine dei giornalisti. Ne abbiamo parlato con l’autore Michele Taddei. Chi è il giornalista pubblico e qual è il suo ruolo nella comunicazione della PA? M.T. "Giornalista pubblico è il giornalista che lavora per conto di una pubblica amministrazione. Da qualche tempo, con il contratto collettivo nazionale, ne è stato definito il profilo di “specialista nei rapporti con i media”, l’inquadramento, e i compiti. Ci sono voluti quasi due decenni dalla legge n.150 del 2000 che stabiliva, per la prima volta, che gli uffici stampa dovevano essere costituiti da personale iscritto all’Ordine. Si tratta di un notevole passo in avanti che ne riconosce finalmente la natura pienamente giornalistica, distinguendo peraltro rispetto a chi si occupa di comunicazione. Si tratta adesso di fare un salto di qualità, anche mentale. A cominciare dalla definizione. Chi svolge questo ruolo non è più un addetto stampa, cioè “assegnato” a tenere i rapporti con la stampa, ma appunto giornalista a tutto tondo, con la specializzazione nel settore dell’informazione pubblica. Del resto, questo vale anche per le altre professioni che compongono la PA, dove il ragioniere non è un addetto ai conti e l’architetto non è un addetto ai progetti. Lo stesso deve valere anche per il giornalista. Il suo è un ruolo delicato, con precise responsabilità anche sul piano penale, poiché deve avere piena consapevolezza che rischia di persona qualora si trovi a divulgare notizie dal contenuto diffamatorio o contrarie alle carte deontologiche che regolamentano la professione. Ruolo dunque di garante della veridicità delle informazioni che vengono prodotte dalla pubblica amministrazione, a tutela dell’interesse generale e nel rispetto del cittadino". Com’è cambiato il rapporto tra giornalisti nelle redazioni e negli uffici stampa negli anni? M.T. "È cambiato tanto velocemente quanto velocemente è cambiato il nostro mondo, che riesce a fatica a stare dietro alla rivoluzione tecnologica che continuamente ci obbliga a rincorrere le novità. Da un tempo in cui si finiva a lavorare in un ufficio stampa quasi per ripiego o per caso ad oggi dove il mondo della comunicazione è cambiato, così come anche quello della PA. Negli enti pubblici adesso c’è bisogno di figure motivate, professionalità altamente preparate, formate e aggiornate per rispondere alle continue sollecitazioni, sia dei colleghi delle redazioni che dei cittadini che sempre di più interagiscono con il lavoro dell’ufficio stampa. Sono convinto che oggi fare bene il giornalista pubblico sia un’attività ancora tutta da scoprire e che può rappresentare uno sbocco professionale per tanti, in particolare i giovani. Per il resto, è chiaro che il rapporto tra colleghi rimane sempre determinato dalle nostre carte deontologiche e dunque improntato al massimo della collaborazione e del rispetto. Ma non c’è dubbio che oggi la sfida è quella di rinsaldare, pur nei cambiamenti in atto, un triplice patto fiduciario che lega il giornalista pubblico alla propria Amministrazione di appartenenza, ai media (e dunque ai colleghi) con i quali quotidianamente interagisce e si confronta e, infine, al cittadino per il quale, in ultima analisi, presta il suo servizio". In questi anni il mondo della comunicazione è notevolmente cambiato, grazie anche alla diffusione di nuovi strumenti: quali sono oggi le competenze fondamentali per un giornalista che vuole lavorare nella comunicazione delle PA? M.T. "Occorrono competenze sempre nuove, in grado, se possibile, di non subire le novità dell’innovazione tecnologica ma di governarle. Penso al tema dell’intelligenza artificiale, agli algoritmi, ai Big Data che, nel caso della PA, significano soprattutto trasparenza. Da più parti si parla di “infocrazia” come regime dell’informazione e forma di dominio dei sistemi di informazione (IA, algoritmi …) in grado sempre di più di condizionare processi sociali, economici e persino politici. Fenomeni radicalizzati dai Social che hanno mercificato anche il giornalismo. Per provare a governare tutto questo c’è dunque bisogno di figure in grado di interagire con il mondo digitale: designer, video maker, grafici, sviluppatori e in genere esperti con specifiche competenze, tecnologiche e informatiche. Il giornalista dunque deve saper essere multitasking come si dice oggi, in grado di aggiungere alla sua formazione umanistica anche una solida base scientifica e tecnologica" Come giornalista che da anni lavora per la comunicazione di un ente pubblico, come vede il futuro di questo settore? M.T. "Come dicevo, vedo un futuro tutto da scrivere ma fondamentalmente positivo. Quella che abbiamo di fronte è una sfida per l’intera categoria. O ci rinnoviamo o finiremo per soccombere. La crisi dell’editoria tradizionale è sotto gli occhi di tutti, così come le difficoltà delle piattaforme digitali di informazione a garantire una buona occupazione per chi ci lavora. Ma sempre più ci sarà bisogno di buona informazione, prodotta correttamente, veritiera e certificata per contrastare non solo le fake news ma proprio una certa idea di mondo dominato dalla disinformazione o, ancora peggio, da una qualche forma di veridicità che prevale sulla verità sostanziale dei fatti, come certa letteratura distopica ci ha nel tempo messi in guardia. Dunque, soprattutto nei paesi democratici come il nostro c’è bisogno di un giornalismo libero in grado di produrre notizie attendibili e buona informazione e di distribuirle nelle diverse piattaforme, da quelle digitali a quelle tradizionali. Un compito che spetta anche al giornalista pubblico". Il libro “Il giornalista pubblico” può essere acquistato sul sito di Pacini Editore oppure presso La Libreria, spazio culturale e punto librario di Pacini Editore, ospitato all’interno di Palazzo Pucci, nel centro storico di Firenze.
Nel mondo dei social media in continua evoluzione, dominato da grandi gruppi privati, il giornalista può dare un senso al mare magnum di notizie, a patto di conoscerne le regole: nasce da questo presupposto il libro “Il Giornalista Social Media Manager”, scritto dall’avv. Deborah Bianchi, esperta di diritto online. Il libro è il 9^ no volume della collana Quaderni della Formazione, edita da Odg Toscana e Fondazione Odg Toscana in collaborazione con Pacini Editore. La presentazione è avvenuta ieri al Caffè Letterario Le Murate di Firenze, alla presenza dell’autrice, di Giampaolo Marchini, presidente di Odg Toscana e di Fondazione Odg Toscana, e di Michele Taddei, vice presidente di Odg Toscana e direttore della collana. Tra il pubblico in sala anche rappresentanti delle Forze dell’Ordine e del Tribunale dei Minori di Firenze. “Per la prima volta l’autore di uno dei nostri volumi non è un giornalista ma un avvocato che si adopera da tempo per la nostra professione anche come docente ai corsi di formazione – ha spiegato Michele Taddei in apertura dell’incontro. Il volume parte proprio dall’analisi di casi reali sottoposti all’attenzione dell’avv. Bianchi, per mostrare come muoversi (o non muoversi) nel mondo dei social media. “I social media devono essere pensati come giardini privati, all’interno dei quali si può entrare e coltivare fiori ma stando alle regole dei proprietari – ha spiegato l’avv. Bianchi- Ecco perchè è fondamentale conoscere queste regole”. Nell’ora e mezza di presentazione, sono stati trattati temi come il rapporto tra la Carta di Treviso e il digitale, il diritto alla privacy dei defunti, il nuovo Digital Service Act, il tema delle fakenews e l’importanza per il giornalismo di intercettare i bisogni delle comunità locali. “La difficoltà maggiore per i giornalisti è la normativa da rispettare sulle piattaforme, non sempre facile da comprendere e spesso impossibile da appellare – ha proseguito Deborah Bianchi – In questo senso un aiuto viene dal Digital Service Act, la normativa europea nata proprio per regolare il rapporto tra utenti e gestori delle piattaforme e che entrerà in vigore, lato utente, a febbraio 2024”. Un mondo, quello dei social, in continua evoluzione, dove la figura del giornalista è ancora più importante perché può rappresentare un punto di riferimento in un mare di informazioni che arrivano da fonti diverse e a volte manipolate. “Questo volume deve essere pensato come una “cassetta degli attrezzi” per i giornalisti – ha spiegato Giampaolo Marchini, presidente di Odg Toscana – Ricordiamo che siamo giornalisti sempre, anche quando ci rapportiamo privatamente sui social”. “Il Giornalista Social media Manager” è il nono volume della collana “Quaderni della Formazione”. Tra i temi affrontati nel libro quello della privacy, del copyright, delle fakenews fino all’Intelligenza artificiale ma non mancano consigli pratici, come in caso di blocco di un account social. E’ possibile acquistare i volumi della Collana sul sito di Pacini Editore oppure presso La Libreria, spazio culturale e punto librario di Pacini Editore, ospitato all’interno di Palazzo Pucci, nel centro storico di Firenze. Al termine della presentazione del libro si è tenuto il tradizionale brindisi di auguri ai giornalisti presenti.
Si intitola “Il giornalista social media manager” il nuovo volume della collana “Quaderni della Formazione”, edita da Ordine dei giornalisti e Fondazione Odg Toscana, in collaborazione con Pacini Editore. Il libro affronta il tema della comunicazione social dal punto di vista del giornalista. Come comportarsi di fronte a un post diffamatorio? Come si fornisce l’informativa privacy nelle riprese in diretta streaming? Come i contenuti ironici possono provocare azioni risarcitorie per lesione all’immagine o alla dignità della persona ritratta? A queste ed altre domande ha risposto nel volume l'avv. Deborah Bianchi, esperta di diritto online, già responsabile dello Sportello dei Diritti Digitali di OdG Toscana e relatore ai corsi di formazione dell'Ordine. Il libro verrà presentato in anteprima il 4 dicembre prossimo, alle ore 17.00, al Caffè Letterario della Murate, a Firenze. All’incontro interverranno, oltre all’autrice, Giampaolo Marchini, presidente di Odg Toscana, e Michele Taddei, vicepresidente di Odg Toscana e direttore della collana “Quaderni della Formazione”. L'incontro sarà anche occasione per tracciare un bilancio del triennio formativo. Seguirà il brindisi di auguri di Natale e fine anno di Ordine e Fondazione Odg Toscana. Deborah Bianchi è avvocato in diritto dell’internet da oltre 16 anni. Responsabile dello Sportello dei Diritti Digitali di OdG Toscana e relatore ai corsi di formazione. E’ autore delle monografie: “Internet e il danno alla persona” Giappichelli 2012; “Danno e Internet. Persona, Impresa, Pubblica Amministrazione”, Il Sole 24 Ore, 2013; “Difendersi da Internet”, Il Sole 24 Ore, 2014, “Sinistri Internet. Responsabilità e risarcimento” Giuffrè 2016. E’ autore di pubblicazioni collettanee per Giuffrè, Utet e Cedam. Scrive regolarmente sul quotidiano giuridico “Diritto e Giustizia”.
Deontologia, lingua, diritto, internet e uso delle immagini. Sono alcune delle tematiche affrontate nei volumi pubblicati dalla collana “Quaderni della Formazione“, a cura della Fondazione Odg Toscana, edita dal Pacini Editore.
La collana, nata nel 2018, ha il preciso obiettivo di fornire strumenti utili per approfondire alcune tematiche proprie della professione giornalistica e che sono frutto di studi specifici realizzati da docenti universitari e giornalisti, spesso oggetto anche di corsi di formazione professionale continua.
Ad oggi i volumi pubblicati nella collana sono:
- “La lingua il giudice e la costituzione”, del professor Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca;
- “Le parole della Comunicazione”, del professor Carlo Sorrentino, presidente della scuola di Scienze Politiche ‘’Cesare Alfieri’ di Firenze;
- “L’ultimo tabu” di Carlo Bartoli, presidente Ordine nazionale Giornalisti;
- “L’etica del giornalismo” del professor Adriano Fabris, direttore del Dipartimento di Civiltà e forme del Sapere dell’Università di Pisa;
- “Il giornalista e la legge”, dei giornalisti Antonio Scuglia e Antonio Valentini;
- “Le parole di Internet” del giornalista Nicola Novelli;
- “Notizie Visive” della prof.ssa Veronica Neri, Università di Pisa;
- “Narrare la fede” del giornalista Renato Burigana.
- “Il Giornalista Social Media Manager“, dell’avv. Deborah Bianchi
- “Il giornalista pubblico“ del giornalista Michele Taddei
- “Storia delle regole del calcio e deontologia del giornalista sportivo“, di Antonio Scuglia.
“I Quaderni della Formazione hanno come obiettivo quello di affrontare temi utili all’aggiornamento e alla formazione dei giornalisti ma non solo – spiega Michele Taddei, direttore della collana – Si tratta infatti di volumi utili anche a chi si occupa di comunicazione oppure è semplicemente appassionato della materia. Siamo orgogliosi delle collaborazioni intraprese per la realizzazione di questi volumi. Stiamo già lavorando alle prossime uscite”.
E’ possibile acquistare i volumi sul sito di Pacini Editore oppure presso La Libreria, spazio culturale e punto librario di Pacini Editore, ospitato all’interno di Palazzo Pucci, nel centro storico di Firenze.
Si intitola “Narrare la fede” l’ultimo volume della collana Quaderni della Formazione, presentato a Firenze. “Siamo orgogliosi di presentare l’8 volume che affronta un tema così importante come quello della comunicazione religiosa – ha dichiarato Giampaolo Marchini, presidente di Odg Toscana e della Fondazione dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, aprendo l’incontro – Posso annunciare che stiamo già lavorando al nono volume della collana e che sarà dedicato al linguaggio della comunicazione online”. Il libro scritto dal giornalista Renato Burigana affronta il tema della comunicazione fatta dalla Chiesa cattolica nel corso del Novecento italiano. Il volume è pubblicato nella collana promossa dalla Fondazione Odg Toscana in collaborazione con Pacini Editore ed è stato presentato nell'incontro che si è tenuto al Caffè Letterario de Le Murate di Firenze. “La Chiesa ha sempre puntato molto sulla comunicazione – ha spiegato l’autore Renato Burigana – Non a caso il primo decreto approvato dal Concilio Vaticano del 1962 era dedicato proprio all’importanza del tema della comunicazione, con la costituzione della Giornata dedicata alla comunicazione sociale, che si tiene ogni anno, e del primo ufficio stampa” Burigana ha spiegato come siano state molte le figure della Chiesa che hanno influito sulla comunicazione come l’arcivescovo Carlo Maria Martini, a Milano, e Silvano Piovanelli, a Firenze, fino a Papa Giovanni Paolo II e a Papa Francesco. Numerosi gli aneddoti raccontati da Burigana, testimonianze della lunga carriera come giornalista e addetto stampa di importanti figure della Chiesa, e non solo, e fondatore dell’attuale Radio Toscana. “La comunicazione oggi non può più essere di una sola religione – ha concluso Burigana. – ma deve essere di tutte e 3 le grandi religioni, per prefigurare un mondo di pace”. Durante l’incontro sono stati affrontati numerosi temi non solo relativi alla comunicazione religiosa ma anche al tema della comunicazione in generale. “Proprio qui al Caffè delle Murate nel 2019 abbiamo presentato la collana “Quaderni della Formazione” – ha spiegato Michele Taddei, direttore della collana – L’obiettivo era quello di affrontare temi utili all’aggiornamento e alla formazione di chi fa giornalismo, ma non solo, motivo per il quale abbiamo scelto il formato tascabile. Si tratta di volumi utili che affrontano temi anche scomodi, come il libro di Carlo Bartoli sul suicidio”. La collana “Quaderni della Formazione” conta ad oggi 8 volumi: “La lingua il giudice e la costituzione”, del professor Claudio Marazzini; "Le parole della Comunicazione”, del professor Carlo Sorrentino; “L’ultimo tabu” di Carlo Bartoli, presidente Ordine nazionale Giornalisti;“L’etica del giornalismo” del professor Adriano Fabris; “Il giornalista e la legge”, dei giornalisti Antonio Scuglia e Antonio Valentini; “Le parole di Internet” del giornalista Nicola Novelli; “Notizie Visive” della prof.ssa Veronica Neri, Università di Pisa; “Narrare la fede” del giornalista Renato Buriana. E’ possibile acquistare i volumi sul sito di Pacini Editore oppure presso La Libreria, spazio culturale e punto librario di Pacini Editore, ospitato all’interno di Palazzo Pucci, nel centro storico di Firenze. Al termine dell’incontro si è tenuto il brindisi di natale con gli auguri a tutti i giornalisti.
Si terrà sabato 27 novembre a Fiesole la presentazione del libro “L'ultimo Tabù – Giornalisti, blogger e utenti dei social media alle prese con il suicidio”. Il libro scritto da Carlo Bartoli, ex presidente di Odg Toscana e attuale consigliere di ODG, è edito da Pacini Editore nell'ambito della collana “Quaderni della Formazione”, promossa dalla Fondazione dell'Ordine dei giornalisti della Toscana. Nel volume viene affrontato il tema del suicidio e il modo nel quale viene trattato dai mezzi di informazione e comunicazione. L’incontro si terrà nella Sala del Basolato, in piazza Mino a Fiesole, alle ore 17.30. Oltre all'autore, interverranno Agnese Pini, direttrice de La Nazione, e Cristina Di Domenico, caporedattrice Tgr Toscana. Porterà i saluti il sindaco di Fiesole, Anna Ravoni. L'ingresso all'evento è libero, con Green Pass, fino ad esaurimento posti, con prenotazione obbligatoria. Per prenotare: Biblioteca di Fiesole, biblioteca@comune.fiesole.it 055599659 Per consultare tutti i titoli dei volumi dei Quaderni della Formazione, clicca qui.
L'importanza delle immagini nel giornalismo moderno e il modo nel quale queste vengono prodotte e fruite: è il tema affrontato nel libro “Notizie Visive – La comunicazione ai tempi della Visual Culture”, scritto dalla professoressa dell'Università di Pisa, Veronica Neri, e pubblicato nella collana Quaderni della Formazione. Il libro, uscito nel mese di giugno, è il 7^ volume della collana prodotta da Fondazione Odg Toscana in collaborazione con Pacini Editore e il contributo dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze. “Notizie Visive” affronta il tema attuale dell'importanza delle immagini nella costruzione delle notizie, partendo da un dato di fatto: se un tempo le immagini erano corollario al racconto scritto del giornalista, oggi la notizia è spesso nelle immagini stesse. Dalla foto del bambino curdo Aylan Kurdi, che nel 2015 ha fatto prendere consapevolezza al mondo intero del dramma del popolo curdo, allo scatto di Massimo Sestini dell’imbarcazione dei migranti, o ancora alle immagini dei prigionieri di Abu Ghraib, le foto rispondono ormai all'esigenza di immediatezza e velocità della società moderna. L'immagine però non è sempre sinonimo di verità, come scrive Michele Taddei, direttore della collana, nella prefazione. “Dobbiamo fare molta attenzione perché nella “Videosfera” in cui siamo immersi non sempre è la realtà a prevalere ma la sua immagine, con evidenti rischi connessi qualora sia intervenuta una qualche manipolazione – scrive Taddei – Si pongono così una serie di problemi su cui merita riflettere, come cittadini senz’altro ma in particolare come professionisti della informazione. Una riflessione che Veronica Neri solleva proprio nel suo libro”. Se da un lato, infatti, “Notizie Visive – La comunicazione ai tempi della social culture” affronta e analizza le questioni etiche e deontologiche, che dovrebbero stare alla base della creazione delle immagini, dall'altro lato avvia anche un'importante riflessione sull’educazione del fruitore di quelle immagini, lettori di giornali o telegiornali, siti internet o Social network. Il libro della professoressa Neri ha quindi il merito di aprire un dibattito di estrema attualità che la società deve affrontare per non rischiare di farsi trovare impreparata. “Notizie Visive” e gli altri titoli della collana Quaderni della Formazione sono disponibili presso gli uffici dell'Ordine oppure tramite il sito internet della Fondazione. La foto di copertina gentilmente concessa da Fabio Muzzi. Veronica Neri è professoressa associata in Filosofia Morale presso l’Università di Pisa dove insegna Etica dei media, Etica della comunicazione pubblicitaria e Etica della comunicazione pubblica. È vicepresidente del corso di studi in Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione. Dal 2004 collabora al Centro interdisciplinare di ricerche sulla comunicazione (CICO) di Pisa. Fa parte del comitato di redazione della rivista “Teoria” e del Collegio dei docenti del dottorato in Filosofia delle Università di Pisa-Firenze. Quaderni della Formazione è la collana di Odg Toscana dedicata all'approfondimento di tematiche legate alla professione giornalistica. Al momento sono 7 i volumi pubblicati. “La lingua il giudice e la costituzione”, del professor Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca, “Le parole della Comunicazione”, del professor Carlo Sorrentino, “L’ultimo tabu” di Carlo Bartoli, presidente di Odg Toscana, “L’etica del giornalismo” del professor Adriano Fabris, “Il giornalista e la legge”, dei giornalisti Antonio Scuglia e Antonio Valentini, “Le parole di Internet” del giornalista Nicola Novelli e “Notizie Visive” della prof. Veronica Neri.
Sei libri già pubblicati che spaziano dall’uso del linguaggio, al lavoro del giornalista fino al funzionamento di Internet: sono i volumi della collana “I Quaderni della Formazione”, promossa da Fondazione Odg Toscana. La collana è pubblicata da Pacini Editore, con il contributo di Fondazione Ente Cassa di risparmio di Firenze, ed è diretta da Michele Taddei, vicepresidente di Odg Toscana. I primi due volumi sono stati pubblicati nel 2018: si trattava de “La lingua il giudice e la costituzione”, del professort Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca, e “Le parole della Comunicazione”, del professor Carlo Sorrentino. Nel 2019 si sono aggiunti “L’ultimo tabu” di Carlo Bartoli, presidente di Odg Toscana, “L’etica del giornalismo” del professor Adriano Fabris, “Il giornalista e la legge”, dei giornalisti Antonio Scuglia e Antonio Valentini. L’ultimo volume pubblicato a fine 2020 è stato “Le parole di Internet” del giornalista Nicola Novelli. Ne abbiamo parlato con il direttore della collana, Michele Taddei. 1. Com’è nata l’idea della collana i Quaderni della Formazione? M.T: "L’idea è nata dopo aver ospitato all’assemblea dell’Ordine il professor Claudio Marazzini che tenne una lectio magistralis sulla lingua e la Costituzione. Una lezione molto appassionata e per tutti noi che la seguimmo molto interessante; sarebbe stato un peccato perderne la memoria e ritenemmo opportuno metterla a disposizione di tutti. Invitammo allora il professore, che peraltro è anche un iscritto, a preparare il testo per una pubblicazione e da qui nacque l’idea di una collana di piccoli libri, in formato tascabile, che abbiamo voluto chiamare “Quaderni” proprio per dare quell’idea di strumento agile e allo stesso tempo utile per continuare ad apprendere. Assolutamente coerente con la formazione permanente che siamo tutti chiamare a fare". 2. Negli ultimi anni la formazione è diventata sempre più importante per i giornalisti: qual è il valore aggiunto di queste pubblicazioni? M.T: “È quello di avere qualcosa di scritto, appunto, da cui partire magari per sviluppare nuovi interessi e argomenti da approfondire. La nostra, infatti, è una professione intellettuale e, anche se oggi può sembrare una brutta parola, richiede un continuo aggiornamento ed è importante che ognuno sviluppi un proprio percorso formativo in base agli interessi e alle attività che svolge. Con questa collana, che mi risulta essere una sorta di unicum in Italia, proviamo a fornire qualche strumento in più per sviluppare la conoscenza". 3. Come vengono scelte le tematiche affrontate nei libri? M.T: “Trattandosi di “Quaderni” non abbiamo voluto dare uno sviluppo troppo scientifico alla collana ma si siamo concentrati di volta in volta su un tema che sembrava di un certo interesse o che fosse di attualità. Grazie alle collaborazioni che in questi anni il Consiglio è riuscito a costruire con gli Atenei toscani e con importanti Fondazioni e centri di ricerca, grazie anche al grande apporto del presidente Carlo Bartoli, abbiamo potuto richiedere testi inediti ad autori diversi e su tematiche specifiche". 4. Tra gli autori figurano autorità di spicco, come i docneti universitari Marazzini, Fabris e Sorrentino, ma anche giornalisti operativi sul campo: è una scelta voluta? M.T: “Certo. È esattamente quello che volevamo, unire cioè i saperi scientifici legati alla nostra professione con il supporto di importanti docenti che lavorano su queste tematiche negli atenei toscani, con quelli pratici di chi ogni giorno lavora e può condividere le sue esperienze. In questo senso credo che siamo riusciti fin qui a offrire ai lettori un ottimo mix di titoli, tutti da conservare e consultare o sulle scrivanie nelle redazioni o a casa". 5. Il lavoro della collana prosegue anche nel 2021: quali saranno le prossime uscite? M.T.: “Abbiamo in programma per i prossimi mesi l’uscita di un titolo che sta curando la professoressa Veronica Neri dell’Università di Pisa sul tema della comunicazione visiva. L’immagine, infatti, ha assunto un ruolo crescente e sempre più spesso una notizia assume forza e rilevanza proprio se collegata a un’immagine o a un video. Gli esempi sarebbero infiniti ed è necessario interrogarsi sugli effetti che questa informazione produce sull’opinione pubblica e come fare per maneggiarla in modo corretto e consapevole da parte degli addetti ai lavori, giornalisti in primo luogo". Tutti i volumi della collana Quaderni della Fondazione sono disponibili sul sito di Pacini Editore. La collana Quaderni della Formazione è una delle tante iniziative portate avanti dalla Fondazione dell’Ordine dei giornalisti della Toscana: scopri di più sul lavoro della Fondazione e su come contribuire attivamente.
L’uso delle parole e delle lingue nazionali da parte dei grandi operatori del mondo dell’Internet è il tema di “Le parole di Internet”, il saggio firmato da Nicola Novelli, per i “Quaderni della Formazione” promossi dalla Fondazione dell'Ordine dei giornalisti della Toscana e pubblicato da Pacini Editore, con il contributo della Fondazione Ente Cassa di risparmio di Firenze. Nel libro Novelli, che nel 1997 ha fondato il primo quotidiano on line di Firenze, ripercorre l'evoluzione del Web dai primordi ai giorni nostri focalizzando la sua attenzione sull'utilizzo del linguaggio, quale fondamento stesso della rete. “Questo libro è come una piccola bussola per orientare la nostra rotta incerta – scrive nell'introduzione Michele Taddei, direttore della collana- svelando il significato delle parole che il nuovo mondo ha deciso di coniare e che obbliga gli utenti a usare se vogliono farne parte”. Il volume analizza i meccanismi con cui Internet ha reso le parole l’essenza del mercato. Attraverso le parole on line si distribuiscono concetti, idee, ma anche prodotti e servizi. L’offerta pubblicitaria è sempre a caccia dei termini di ricerca e dei contenuti digitali consultati dagli utenti per profilare questi ultimi e proporre loro offerte commerciali personalizzate. Un percorso in quattro capitolo, che prova a immaginare quello che potrebbe accadere alla parola nei prossimi decenni, alla luce delle rivoluzioni tecnologiche in atto. “Le parole di Internet” è disponibile in formato digitale sul sito di Pacini Editore. In formato cartaceo è in vendita presso la sede dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, in vicolo Malespini a Firenze, e in occasione dei prossimi corsi di formazione continua, mentre nel 2021 sarà offerto in omaggio a tutti gli iscritti della Fondazione Ordine dei giornalisti della Toscana. Si tratta del sesto volume della collana dei “Quaderni della formazione”, nata due anni fa per promuovere la pubblicazione di saggi che possano essere strumenti utili al lavoro del giornalista. Dopo “La lingua, il giudice, la costituzione” di Claudio Marazzini (2018), “Le parole della comunicazione” di Carlo Sorrentino (2018), “L’ultimo tabù” di Carlo Bartoli (2019), “L’etica del giornalismo” di Adriano Fabris (2019) e “Il giornalista e la legge, manuale pratico“ di di Antonio Scuglia e Antonio Valentini (2019), nel 2020 arriva “Le parole di Internet”, scritto dal direttore di www.nove.firenze.it. Tutti i titoli della collana “Quaderni della formazione” sono consultabili sul sito della Fondazione dell'Ordine dei giornalisti della Toscana. Nicola Novelli è laureato in Scienze politiche alla facoltà Cesare Alfieri dell’Università degli Studi di Firenze, con tesi in Storia contemporanea. Iscritto all’Ordine dei giornalisti della Toscana dal 1989, ha firmato articoli sui quotidiani «Il Messaggero», «L’Indipendente», «Ore 12-Il Globo». Ha collaborato alle redazioni di programmi televisivi della Rai TV. Nel 1997 ha fondato www.nove.firenze.it, primo quotidiano on line di Firenze e una delle prime testate solo on line iscritte nel registro di una cancelleria di tribunale. Dal 2012 al 2017 è stato consigliere dell’Ordine dei giornalisti della Toscana. Nel 2018, in qualità di tesoriere, ha partecipato alla costituzione della Fondazione dell’Ordine dei giornalisti della Toscana.
Sarà presentata a Firenze il prossimo 13 dicembre la collana “Quaderni della formazione”, a cura della Fondazione dell'Ordine dei giornalisti della Toscana. L'appuntamento è a partire dalle 18.30 al Caffè Letterario Le Murate. Tutti i giornalisti sono invitati. All'incontro saranno presenti gli autori dei libri della collana. Al termine, si terrà un brindisi di auguri con il presidente della Fondazione e dell'Ordine dei giornalisti della Toscana, Carlo Bartoli, che traccerà un primo bilancio sul secondo triennio di formazione obbligatoria che sta per concludersi. E' gradita la conferma della partecipazione all'evento, inviando una mail a info@fondazioneodgtoscana.org e/o info@odg.toscana.it La collana “Quaderni della Formazione”, edita da Pacini Editore e diretta da Michele Taddei, è nata a fine 2018 ed ha già stampato cinque titoli. Il catalogo delle uscite è disponibile sul sito della Fondazione. Ricordiamo che, in queste settimane, è partita la campagna di rinnovo della quota di iscrizione della Fondazione dell'Ordine dei giornalisti della Toscana per il 2020. Durante l'evento del 13 dicembre sarà quindi possibile rinnovare anche la quota di iscrizione o iscriversi per la prima volta. Tutti coloro che rinnoveranno la quota riceveranno in omaggio una copia del libro “Il giornalista e la legge” scritto da Antonio Scuglia e Antonio Valentini e, su richiesta, il volume del prof. Adriano Fabris, “L'etica del giornalismo”. A tutti coloro che decideranno di iscriversi per la prima volta, verranno invece consegnati in omaggio i libri “La Lingua il giudice e la costituzione” scritto dal dott. Claudio Marazzini, presidente dell'Accademia della Crusca, e il libro del prof Adriano Fabris, “L'etica del giornalismo negli attuali scenari comunicativi”. E' possibile aderire alla Fondazione per tutti i giornalisti iscritti all'Ordine della Toscana ma anche per gli iscritti ad altri ordini e per i non giornalisti. I primi devono sottoscrivere la quota di “partecipante ordinario”, al costo di €25 all'anno; i secondi possono iscriversi in qualità di “partecipanti sostenitori”, al costo di €50 all'anno.